Abitando per motivi di lavoro vicino alla Francia, la mia curiosità e passione di cacciatore più di una volta mi a spinto a recarmi nell’Oltralpe a cacciare, qui posso dirvi che noi siamo indietro di secoli per il modo che cacciano loro, non vorrei evocare le parole di un nostro caro amico adesso dato per disperso, che quando parlava di caccia di selezione e metodi di caccia, ma in Francia questo viene attuato, certo stiamo parlando di loro tradizioni secolari, noi queste non le abbiamo, come non abbiamo i luoghi dove praticare questo tipo di caccia, ma li si impiegano anche 200 cani dietro ad un animale, con mute da 50 che vengono sciolte che man mano l’animale cervo, cinghiale, capriolo cede il passo, fino ad “prendere”, decretando la fine della battuta, questo in Francia si chiama caccia a course,, cioè la cattura della preda senza sparare, durante una delle tante mie partecipazioni come ospite nelle vicinanze di Marsiglia, ho potuto assistere ad una battuta di 200 Petit bleu nella caccia al cinghiale, non sto a elencarvi le sensazioni provate “non ci sono parole”, ma voglio parlare di questa meravigliosa razza impiegata anche in Italia sul cinghiale. Tra le razze Francesi che popolano la nostra nazione impiegate per la caccia al cinghiale, non poteva mancare il Petit Bleu de Gascogne, razza molto popolare anche nella sua terra d’orige, parlare di questo magnifico ausiliare per me è facile in quanto possiedo una coppia che uso come tracciatori sul cinghiale prima di schierare la vera truppa contro il sirbone, i miei amati istriani. Intanto i Francesi maestri di queste cose lo presentano in tre varietà Grand Bleu, Basset bleu, e Petit Bleu, noi parleremo di quest’ultima, razza molto numerosa nella nostra penisola, cane di taglia media, fine di naso, dotato di una bella voce da urleur, si ammuta bene, calmo affettuoso con il proprio conduttore, facile da addestrare, taglia maschi da 0,52 a 0.58, femmine 0.50 a 0.56, pelle spessa, nera o fortemente marcata di tacche nere, pelo corto, colore interamente moschetto di tacche nere e bianche, donando dei riflessi blu ardesia, le sue origini sono antichissime, è stato in assoluto il cane maggiormente impiegato per rinsanguare altre razze di Francia (forse anche il nostro segugio Italiano), nella sua terra d’orige la Francia viene impiegato preferibilmente sulla lepre, ma si iniziano a vedere sempre mute più numerose nella caccia al cinghiale, in Italia esperti appassionati lo usano con successo sul cinghiale, ottenendo ottimi risultati, infatti il Petit Bleu de Gascogne è un cane di metodo, urlatore eccellente, annusa il terreno ed emette l’ululo alzando la testa in alto a volte in accostamento e pure in inseguimento facendo a piccolo trotto anche dieci/venti metri e quando rimette il naso per terra è ancora su passata o traccia, un difetto di stile di questa razza quando si vedono quei Petit che urla sempre con il muso incollato al terreno, nel lavoro non deve essere lento, questo e un tabù da sfatare in quanto molte persone individuano nel Petit un cane lentissimo, certo non siamo di fronte alla velocità degli istriani o posovatz, ma nella caccia al cinghiale non siamo di fronte alle olimpiadi dove chi arriva primo vince, a la sua giusta velocità per incalzare a debita distanza il solengo, poi abbinata alla sua potenza olfattiva fai il modo di essere un cane sbrigativo. Il Petit caccia al piccolo trotto, molto maneggevole, ogni si sofferma per scrutare meglio il terreno con il muso portato costantemente verso di esso, l’inseguimento è fatto al trotto o di corsa a seconda di più o meno forte emanazione e di più o meno favorevole situazione. Questo in linea di massima e lo standard che prevede il lavoro del Petit Bleu de Gascone, io come accennato sopra possiedo una coppia di Petit che uso nel tracciare il cinghiale prima di mollare l’intera muta di istriani, a mio parere è un cane molto maneggevole di una straordinaria ubbidienza, può essere facilmente posto a i comandi ed specializzato solo ed esclusivamente sul animale che a noi interessa cacciare, portato a guinzaglio nella ricerca della traccia del cinghiale e allarmante la sua scrupolosità nel setacciare il terreno, una volta agganciata la traccia, inizia un accostamento con metodo classico, deciso senza strappi, una volta giunto nella rimessa del cinghiale inizia una sinfonia di voci che solo il Petit sa dare, nel fermo e un cane che sta a distanza, non lo paragono al balcano o istriano, loro preferiscono fare la ruota intorno al covo del solengo, ma il Petit non sta fermo ad aspettare la carica, anzi più di una volta è capitato che il cinghiale spaventato dalle voci forti e tonanti del Petit a preferito abbandonare subito la sua rimessa, nella seguita non è un campione di velocità ma come detto sopra la sua straordinaria potenza olfattiva fai in modo che segua il cinghiale a giusta velocità, e un cane indicato per i postaioli duri di orecchie, una muta di Petit in inseguimento può essere udita a Km di distanza, il rientro più delle volte non è celere e un cane che spinge abbastanza ma siccome molto legato al suo conduttore non sta a girovagare per il bosco stare sicuri che vi trova, io lo possiedo e sono soddisfatto di questa mia scelta, a chi vuole invece avvicinarsi per la prima volta a questa razza il mio consiglio e di scegliere bene la corrente di sangue, infatti come l’Arigeois ci sono cani che sul cinghiale non vanno bene, ma io non mi sono fidato di un noto presentatore della TV, dove anni fa era conosciuto con il suo moto “provare per credere”, io ho visto questo cane cacciare il cinghiale e poi ho provato, meglio perdere una mattinata nella visione del soggetto che perdere una vita a sperare………………. “Chi aspetta sperando muore C…….O.
Ciao Istriano.