Se uno pensa alla parola Balcani gli viene in mente il freddo, in particolare nelle regioni centrali, quando il Bernacca di turno nelle leggere le previsioni annuncia che una perturbazione entra dai Balcani sono dolori, copiose nevicate si preannunciano in quei giorni, molti “odiano” questi Balcani, ma noi cacciatori amanti dei veri cani amiamo questa terra, dove oltre a formarsi perturbazioni non certo da clima Africano, si sono formati razze da seguita con le “palle” , usiamo questo aggettivo in quanto non tutti i cani da seguita saprebbero cacciare l’orso come sanno fare questi ausiliari provenienti da questa magnifica terra, ed quando diciamo orso non parliamo certo di Bubbu o Yoghi, ma grossi plantigrado che se dovessero vederli cani di altre razze correrebbero come dei matti per rifugiarsi in cima a degli alberi. Qui è nato il segugio Posavatz dove prende il nome segugio della posavina regione della Croazia lungo la vallata del fiume sava, e quindi da qui in croato posavaski gonik. L’aspetto di questo segugio è solido, robusto, dignitoso, non privo di una certa armonia, intelligente, ubbidiente, affettuoso, non solo a caccia ma anche fra le mura domestiche. Il mantello è di colore rosso frumento, con una grande macchia bianca sul petto,sul collo, al ventre e alle zampe, dove si evidenziando i quattro calzini, la punta della coda deve essere bianca. Il mantello è costituito di un pelo fitto, duro e aderente, intorno ai 3-4 cm di lunghezza, l’altezza va da 46-58 cm al garrese di solito le femmine sono più vicino al minimo, mentre i maschi più vicino al massimo.

ADDESTRAMENTO DEL POSAVATZ

Come già citato prima è un segugio che ha bisogno molto il contatto del canettiere : se un segugista pensa di allevare posavatz e vederlo una volta al mese io lo sconsiglio a priori, con questo segugio l’addestramento inizia dalla nascita , capendo e fargli capire chi è il capo muta , ricordo che sono segugi insieme al segugio serbo con una personalità impressionante non riscontrabile in altre razze. Nei primi mesi di vita si insegna il richiamo, ubbidienza.,deve capire il suo nome, consiglio sempre uno corto, si insegna a non toccare animali domestici, ricordo che domani una volpe o un capriolo per lui può appartenere a quel genere di animale e quindi li rispetta. Non usare mai metodi traumatici ma comandi decisi, con il metodo azione premio, questo va avanti fino intorno ai sette mesi, per poi uscire direttamente in un recinto di 2-3 ettari insieme ad un cane che conosce il cinghiale e l ‘abbaio a fermo, piano piano lui inizierà prima a seguire l’adulto quasi per gioco per poi iniziare a dare voce sulla traccia calda, quando pian piano inizierà ad abbaiare a fermo toglieremo il cane adulto, e lo metteremo in recinto da solo. Quando anche da solo abbaierà a fermo ,allora lui è pronto per incominciare a fare le prime uscite in terreno libero, naturalmente sappiamo che un cucciolone di 7-8 mesi deve fare ancora scuola, come ad esempio le prime uscite insieme ad un cane adulto che lo porti solo su cinghiale, dovrà capire che lui deve cercare solo quello. Giorno dopo giorno gli diamo ancora più fiducia mettendolo su una traccia positiva a ridosso di una rimessa, lui per le prime volte si metterà al fermo da solo,e questo è già motivo di soddisfazione significa che cane e canettiere stanno facendo bene, vi ricordo che una delle migliori doti del posavatz è proprio quello di abbaiare a fermo, ma non si deve mollare, intorno a 1 anno di vita il cucciolone incomincia a diventare autoritario, se vogliamo prova a testare il conduttore e qui deve esserci fermezza assoluta, anche con metodi decisi ma mai violenti. Molto importante il premio dal rientro da una seguita se lui capisce e voi lo capite vi assicuro che il posavatz non ha bisogno di arrivare a 3-4 anni per diventare capo muta, ma lo diventa molto prima, e da qui inizia la classica sciolta sulla traccia che una volta presa non la mollano mai ,non sono molto veloci ma svolgono l’azione molto sbrigativa per questo da me ribattezzati i fantasmi sulla traccia, per poi abbaiare a fermo tutto il tempo che si vuole, e sfogarsi in serrate canizze, ma sempre pronti al rientro dopo un’ora o poco più dal loro conduttore, queste sono solo alcune doti che possiede il posavatz, ma ricordiamoci frutto di un attento addestramento, ognuno nella vita a i suoi compiti il cane quello di cercare e scovare la preda il cacciatore quello di cercare di fermarla, se le due cose sono fatte in simbiosi il risultato sarà sempre positivo, chi addestra deve essere capace di farlo, addestrare non significa portare a spasso il cane per il bosco, ma indicare al cane il lavoro che deve svolgere, solo così avremo cani con la C maiuscola, infondo non potrebbe essere diversamente lo volete addestrare? o pensate che nasca già addestrato? by scovatore