Il cucciolo porta nel suo bagaglio genetico, il frutto di una selezione effettuata per secoli da cacciatori, che hanno cercato di esaltare quelle qualità venatorie, che lo distinguono da altri per metodo e stile di lavoro, le quali unite alle caratteristiche morfologiche danno vita ad una determinata razza..
2/4 mesi: si abitua il cane a seguire una traccia artificiale determinata con il trascinamento per terra di pezzetti di carne fresca che, ricevono come premio alla fine, dopo averli ritrovati.
Con il passare del tempo la traccia deve presentare sempre maggiori difficoltà, con l’inserimento di pause sulla traccia, costringendo in tal senso ad allargare la cerca. Quest’operazione va effettuata in terreni diversi, affinché il cucciolo capisca che non è un gioco legato sempre allo stesso luogo, ma un esercizio che si effettua dappertutto, con maggiori difficoltà e che deve superare per avere il suo meritato premio, in questo modo si esalta la cerca intesa come spazio da perlustrare e l’olfatto inteso come capacità di seguire una traccia lasciata sul terreno.
Ad ogni esercizio concluso in maniera brillante occorre, sempre, premiare il cucciolo per esaltare quei riflessi condizionati, che lo porteranno a sostenere i test successivi con maggiore impegno e dedizione in virtù delle sue doti genetiche e della famosa ricompensa.
4/5 mesi: il cucciolo va portato nel bosco, al guinzaglio e senza, perché rappresenta la sua palestra e deve abituarsi a tutti i tipi di terreni, dall’arido alla fanghiglia, dai roveti ai ginestreti, dalle pietraie agli arati, con le mutevoli condizioni meteorologiche.
Inoltre, deve imparare a seguire a ritroso la sua stessa traccia lasciata sul terreno ed individuare e seguire la traccia del conduttore per non perdersi.
6/7 mesi: si porta il cucciolone in un recinto di circa un ettaro, con all’interno pochi esemplari di coniglio ( di colore scuro) che schizzano davanti al cane come saette e si vanno a nascondere nella folta vegetazione. Il cucciolone potrebbe rimanere esterrefatto dalla presenza del selvatico nei primi

momenti del test, ma successivamente deve seguire la scia dall’animale scomparso nella vegetazione, allargando nella cerca e una volta reperita la traccia, con il tartufo radente il terreno deve seguirla sino al punto in cui il selvatico si è rifugiato.
Evitare in modo assoluto che il cucciolone segua l’animale a vista, perciò si richiede un recinto ricco di vegetazione e sottobosco, una volta individuato l’animale nella tana se il cane lo segnala con un abbaio continuo, ripetere il test per poche volte e passare al successivo ben più impegnativo e selettivo.
8/10 mesi: il cucciolone si porta in un recinto di un ettaro, circa, sempre con molta vegetazione e fitto sottobosco, per affrontare la prima vera prova con la bestia nera.
Per evitare traumi gratuiti ad un cucciolone che potrebbero compromettere la maturazione psico-attitudinale, si raccomanda di immettere nel recinto uno o due cinghiali di taglia piccola e non aggressivi.
Il cucciolone al primo impatto con l’irsuto emetterà un guaito misto di paura, ma successivamente comincerà ad abbaiare e seguire l’animale che si confonde con la folta vegetazione, emettendo sempre più voce per segnalare la presenza dell’animale che fugge e sfugge all’interno del recinto.
Nel caso il cuccioline, dopo vari tentativi, non dovesse segnalare ed inseguire il cinghiale, si potrebbe optare per l’abbinamento operativo ad un Dacke esperto e non aggressivo sul selvatico che lo indirizzi e lo educhi al tipo di lavoro per cui è stato selezionato.
Dopo varie lezioni se il cucciolone dimostra interesse per questo tipo di selvatico, cercandolo con avidità, seguendolo con sagacia e passione, segnalandone la presenza nella folta vegetazione con un abbaio a fermo ritmato e persistente, esso è pronto per un addestramento più impegnativo e selettivo.
11/14 mesi: il cucciolone si porta in un recinto più grande, per essere sottoposto ad una serie di test con maggiori difficoltà, sia come terreno, ben più vasto, sia come selvatico di taglia più grande e con una dose di aggressività.
Questo serve a trasmettere al cucciolone, che pian piano sta maturando, la consapevolezza che nel bosco di cinghiali ve ne sono di diversi tipi, pertanto spetta a lui, con l’ausilio della sua intelligenza regolarsi di conseguenza.
Se il cucciolone anche in queste condizioni si esalta ricercando con passione il selvatico, segnalandolo con un sonoro e ritmato abbaio a fermo ed inseguendolo con grande interesse, vuol dire che i tempi sono maturi per il gran salto di qualità.
A questo punto il cucciolone in via di maturazione, può avventurarsi nel bosco unitamente ad un dacke esperto che, lo condurrà nell’arena dove non si scontrerà con i gladiatori, ma con il cinghiale e quest’ultimo, userà qualsiasi stratagemma per salvare la propria pelle e non esiterà a caricare il cane per sfuggire .
Il dacke è un segugio selezionato per effettuare un lavoro prettamente da singolo, pertanto, dopo le prime uscite, unitamente ad un soggetto esperto, si porterà da solo sulla traccia del cinghiale ed in tal contesto dovrà manifestare tutta la sua potenzialità, insito nel patrimonio genetico, nel prelievo del cinghiale.
Questo tipo di addestramento rappresenta il frutto di una esperienza acquisita nel corso degli anni, in ambienti appenninici, ove è impossibile seguire l’ausiliario con la lunga, in quanto l’aspetto geomorfologico aspro e selvaggio che caratterizza il territorio non si presta ad una manovra di avvicinamento a contatto diretto tra il Dacke ed il conduttore.
Rocco Latorre