Sino ad ora abbiamo cercato di descrivere alcune razze di segugi che vengono impiegate per la caccia al cinghiale e alla lepre, sicuramente ognuno di noi avrà scelto la propria cioè quella che lo soddisfa di più.
Ogni razza di segugi possiede il proprio stile di lavoro e le proprie caratteristiche morfologiche che appunto sono elementi essenziali e patrimonio genetico di ognuna di esse.
Il lavoro dei segugi sostanzialmente si può sintetizzare in quattro fasi fondamentali che sono la ricerca della passata del selvatico, l’accostamento, lo scovo ed infine la seguita. A mio modesto parere ritengo che la fase più importante per il cacciatore sia lo scovo, cioè il coronamento dell’intero lavoro del segugio. Pertanto si definisce completo il lavoro di un segugio quando esso perviene allo scovo del selvatico, ma quali sono le caratteristiche che distinguono il lavoro di un ottimo segugio e che fanno si che esso pervenga costantemente allo scovo?
Il segugio perché sia un grande segugio deve possedere, a prescindere dalla razza a cui appartiene, alcune caratteristiche essenziali che lo contraddistinguono nel lavoro, a mio parere queste sono due il metodo e l’iniziativa.
Che cosa significa parlare di cane di metodo e cane di iniziativa?
Per quanto riguarda il cane di metodo possiamo tranquillamente affermare che ci troviamo di fronte un cane dotato di grande olfatto, grande naso in gergo, e che basa il proprio lavoro sulla potenza olfattiva portando il filo della passata notturna, sbrigliando i fili della matassa sapientemente tessuti dal selvatico per sfuggire ai predatori. Quindi il cane di metodo perviene al covo naso incollato al terreno raccontando con il proprio linguaggio l’intero itinerario seguito dal selvatico dalla pastura alla rimessa, ma questa caratteristica viene espressa anche nella fase della seguita, infatti esso insegue la selvaggina naso a terra.
L’elemento fondamentale che permette al cane di metodo di poter esprimere al meglio la propria caratteristica è costituito dall’olfattazione.
L’olfattazione è quell’elemento che viene dato dalle condizioni atmosferiche che danno al terreno quella caratteristica essenziale per permettere al cane di fiutare l’usta notturna, quella flebile emanazione lasciata sul terreno dal selvatico. Quindi se non ricorrono le condizioni climatiche migliori il segugio di metodo difficilmente perverrà allo scovo e se ci perverrà troverà sicuramente innumerevoli difficoltà, di certo si può affermare che in condizioni non ottimali del terreno non si potrà assistere ad un bel lavoro del nostro segugio il quale troverà difficoltà nel risolvere sia i falli di rimessa che quelli della seguita.
Il cane di iniziativa, invece, basa il suo lavoro sulla ricerca del selvatico. Infatti questo è un cane che non possiede un olfatto potente, non cerca naso incollato al terreno ma ruba le emanazioni lasciate dal selvatico nell’aria, con questo non dico che il segugio di iniziativa spazia sul terreno di caccia come un pointer, ma cerca la traccia a testa alta frugando con una velocità impressionante ogni angolo del territorio risolvendo in maniera sbrigativa tutti i falli perché vuole arrivare subito addosso al selvatico.
Questo cane difficilmente verrà messo in difficoltà dalle condizioni climatiche perché grazie alla loro iniziativa risolverà tutti i falli che lo porteranno allo scovo, sono cani che lavorano più di testa che di naso. Si possono definire cani più sbrigativi. Anche nella seguita lo vedremo più risoluto del cane di metodo.
Certamente sia il cane di metodo che quello di iniziativa si completano a vicenda, cioè quello che possiede uno manca all’altro e viceversa. Secondo me un buon segugio per essere tale deve possedere entrambe queste due caratteristiche cioè deve unire ad un buon metodo una giusta iniziativa, solo in questo caso ci troveremo davanti un segugio completo e veramente efficiente.
È difficile amici ma il vero appassionato ama le difficoltà!
By Passatore